Dicono di noi: I liceali del Vieusseux: «Nuovi bulli della rete tra chat e video hard» Il Secolo XIX





Imperia - «Non si può fermare la potenza e la forza di internet, non si possono boicottare i social e le chat ma occorre fare capire ai ragazzi i limiti». L’ispettore capo della Polizia Postale di Imperia, Ivan Bracco, l’altro pomeriggio nel corso del primo dei due incontri organizzati dall’associazione culturale “Apertamente” e da “Guernica Solidale", ha lanciato l’allarme sull’aumento dei casi di bullismo e cyberbullismo anche nelle scuole imperiesi. I più a rischio sono i giovanissimi, ragazzini di dieci e undici anni, grazie al libero utilizzo del web e all’uso disinvolto di un oggetto “cult”, indispensabile per le nuove generazioni: lo smartphone: «Il computer ormai non lo usa più nessuno - spiega l’ispettore Bracco - ma sono sempre più precoci i contatti senza filtri con internet e con la rete attraverso i cellulari di ultima generazione. Chat, whatsApp e gruppi sono al centro della vita dei nostri ragazzi ma ormai i genitori non hanno più il polso della situazione. I pericoli della rete sono enormi, quello che va in rete non si perde, messaggi, fotografie, filmati. Esistono diversi risvolti da tenere in considerazione, al primo posto la sicurezza degli adolescenti ma anche il rischio a cui si va incontro anche a livello penale. Oggi ci sono chat che durano 24 ore poi i contenuti spariscono e c’è un utilizzo sempre maggiori di video chat erotiche, con gravi ripercussioni sulla sessualità di ragazzini molto giovani e un’interattività che può diventare molto pericolosa. In questi anni abbiamo organizzato incontri nelle scuole, parlato a oltre 4mila e 500 studenti di 46 istituti tra medie e superiori».

L’altro pomeriggio alla conferenza al museo dell’Olivo della Fratelli Carli c’erano centinaia di persone, molti insegnanti, tanti genitori. Tantissimi i dubbi, le domande rivolte agli esperti come l’ispettore Bracco ma anche Marco Maggi, redattore del sito www.smontailbullo.it del Ministero della Pubblica Istruzione e Stefania Colicelli, dirigente scolastico del liceo “Vieusseux”.

Ma è stata la voce dei ragazzi, dei liceali Arianna Conti, Maria Luisa Germano, Marco Moro, Ettore Perlo, Marta Schermi con l’analisi dei questionari sul bullismo proposti ai compagni (con il supporto del loro insegnante di diritto Alessio Destefanis) a rendere tangibile il fenomeno. Su un campione di 160 studenti (73 maschi e 87 femmine di età compresa tra i 14 e i 19 anni del liceo scientifico, classico e scienze applicate) il 47,5 % ha affermato di non aver mai subito alcun episodio di bullismo (minacce, insulti, prese in giro su internet, furti, diffusione di foto e video) ma più della metà del restante campione ha riferito di aver subito insulti e /o offese di persona e in misura minore online: «Dai dati emerge la presenza di un clima di tensione anche nel nostro liceo e a prova che tra noi tutti vi è spesso mancanza di dialogo c’è il fatto che mai ci saremmo aspettati di trovare bullismo nella nostra scuola. Il bullismo è il sintomo di un disagio generazionale fortemente diffuso tra i ragazzi di oggi che spesso sono scontenti della propria vita e sono preda di una sorta di “noia esistenziale” che deve essere sfogata in qualche modo e che spesso si manifesta nella violenza contro l’altra persona che diventa semplice oggetto per sfogare la propria rabbia».