LA MEMORIA INQUIETA DEGLI ANNI SETTANTA: Benedetta Tobagi - Manlio Milani - Maria Itri








Nel corso della manifestazione Settembre Settanta abbiamo più volte fatto cenno al tema inquietante e talvolta ancora oscuro della violenza e del terrorismo negli Anni Settanta.
Lo abbiamo affrontato lunedì 28 aprile 2008, ore 20.45, Sala Varaldo della Camera di Commercio, Viale Matteotti 48 Imperia, dove il CE.S.P.IM, Centro Servizi al Volontariato della provincia di Imperia, e l’Associazione Culturale ApertaMente hanno organizzato  l’incontro “La Memoria Inquieta degli anni Settanta”.
A parlarne sono stati  i protagonisti di due vicende che hanno segnato l’Italia in quegli anni.
Manlio Milani era in piazza della Loggia a Brescia il 28 maggio del 1974 quando nel corso di una manifestazione sindacale l’esplosione di un ordigno nascosto in un cestino di rifiuti uccise otto persone e ne ferì oltre cento. Tra le vittime c’era anche la moglie Livia. 
Benedetta Tobagi aveva poco più di tre anni il 28 maggio del 1980, il giorno in cui un commando di terroristi sparò al padre Walter, inviato del Corriere della Sera e presidente dell’Associazione Lombarda dei giornalisti.
Insieme alla giornalista Maria Itri hanno raccontato la loro storia a pochi giorni dalle celebrazioni del 9 maggio, giornata della Memoria dedicata alle vittime del terrorismo, fortemente voluta dalle associazioni che riuniscono le vittime dei fatti di sangue. 
Nel corso della serata, alla presenza di un attento pubblico, abbiamo provato a seguire il filo della memoria di quegli anni di profonde trasformazioni sociali e di grande fermento culturale. Anni di grandi conquiste democratiche ma segnati anche dal sangue di magistrati, giornalisti, forze dell’ordine e cittadini caduti vittime del terrorismo mentre si trovavano ad una manifestazione sindacale o in banca.
Memoria però anche inquieta, perché profondamente segnata da lati oscuri, contraddizioni, zone d’ombra, intrecci, in un Paese che ancora non ha fatto completamente i conti con il proprio passato, e perché tragicamente ancora aperta. Se esistono ormai delle verità acclarate su tanti episodi di terrorismo, per molti altri la verità giudiziaria resta ancora lontana. Come accade ad esempio a Brescia dove, trentaquattro anni dopo la strage, c’è un nuovo procedimento penale ancora in corso.
Abbiamo provato insieme a capire come trasformare le storie personali in memoria civile, in un Paese che fa fatica a ricordare le vittime di quei fatti di sangue. Una memoria che faticosamente cerca di diventare patrimonio comune, attraverso gli sforzi di tanti che quelle tragedie le hanno vissute.