La Stampa: In un libro del professor Mandelli, «Le Case del destino», in 318 pagine la storia dei casinò italiani

Spie, biscazzieri e Cosa Nostra in un libro del professor Mandelli in 318 pagine la storia dei casinò italiani


Nel libro si parla di Joe Adonis, nella foto segnaletica sopra, della polizia americana; sotto l’autore de «Le case del destino», il professor Riccardo Mandelli, in basso l’altro mafioso interessato al gioco d’azzardo come business, ovvero Frank Costello

19/10/2015
MAURIZIO VEZZARO
IMPERIA

«Il Casinò di Sanremo? È l’università del malaffare». Lo diceva negli Anni ’90 l’allora prefetto d’Imperia Giuseppe Piccolo. La frase fece scandalo e finì sulle prime pagine dei quotidiani nazionali. Se Piccolo avesse letto il libro uscito per i tomi di Odoya dal titolo «Le Case del destino», sulla storia dei casinò italiani, avrebbe avuto ulteriori motivi per ribadire quanto affermato. Il professore di filosofia al Vieusseux Riccardo Mandelli, storico, ne è l’autore. Presenterà l’opera venerdì alle 21 allo Spazio Vuoto, in Galleria degli Orti a Oneglia. Nelle 318 pagine, corredate di foto, alcune inedite, come dice il sottotitolo è condensata la storia di «Uomini, fatti e segreti dell’industria del gioco d’azzardo in Italia dalla fine dell’800 a oggi». Si parla tanto di Liguria e non solo per il casinò di Sanremo, ma per quelli abortiti di Ospedaletti e Bordighera, per le mille bische clandestine di cui era costellata la Riviera. Tra i personaggi spuntano biscazzieri e politici locali, spesso in combutta tra loro, elementi di spicco di Cosa Nostra americana come Joe Adonis e Frank Costello ma anche insospettabili come il campione di ciclismo Maspes, capace di stare in equilibrio da fermo, sulla bici, per ben 32 minuti (impareggiabile fu la radiocronaca di Paolo Valenti): chi avrebbe detto che il campione era un accanito giocatore che lasciò una fortuna sui tavoli da gioco? Spassoso, se non fosse che comunque era un uomo capace di spostare gli equilibri mediorientali finchè ne ebbe la possibilità, il capitolo che narra le vicende di re Faruk, altro giocatore incallito. Ogni pagina del libro trasuda retroscena e aneddoti, ciascuno dei quali potrebbe meritare un capitolo o un libro a sé.  





Ci sono, come nel più classico dei romanzi gialli (ma è tutto vero, ahimè), tanti morti misteriose e non è un caso se parte dei proventi del casinò di Campione d’Italia andassero al ministero dell’Interno, che li stornava sui nostri servizi segreti (quanto deviati?). Nelle vicende del casinò di Sanremo s’intrecciano anche quelle del Festival di Sanremo, come se le due istituzioni legassero a sé, in un abbraccio mortale, la città dei fiori. Il libro si chiude con un capitolo sui videopoker: prodromico a un secondo volume? Mandelli, che ha la capacità di raccontare cose con la capacità documentaristica dello storico e la facilità di emozionare del romanziere; ha scritto altri libri tra cui «Sanremo tenebra», cent’anni di delitti nella Città dei fiori, o, sempre in tema di gioco d’azzardo, «Decreti sporchi: la lobby del gioco d’azzardo e il delitto Matteotti» e ancora «Al casinò con Mussolini. Gioco d’azzardo, esoterismo e massoneria intorno all’ombra di Matteotti». Sua anche la biografia dell’ultimo sultano dell’Impero turco, morto (un’altra morte piena di misteri), in esilio a Sanremo. Indubbiamente Imperia ha un brillante storico in casa ma forse sono in pochi a saperlo.