ALDO FERRARI: “Armenia 1915 – 2015. Un genocidio da ricordare”.



Martedì 27 gennaio 2015, giorno della memoria,  alle ore 20.45, presso lo Spazio Vuoto,via Bonfante 37, l’Associazione Culturale ApertaMente, con il patrocinio dell’Istituto Storico della Resistenza, ha organizzato  un incontro con il Prof. Aldo Ferrari dal titolo
 “Armenia 1915 – 2015. Un genocidio da ricordare”.
Nel corso della serata, Livia Carli e Gianni Oliveri hanno letto alcuni brani tratti da opere letterarie che riguardano la questione armena






















Aldo Ferrari insegna Lingua e Letteratura Armena, Storia del Caucaso e Storia della Cultura Russa presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Per l’Istituto degli Studi di Politica Internazionale (ISPI) di Milano dirige i Programmi di Ricerca su Russia, Caucaso e Asia Centrale. E’ presidente dell’Associazione per lo Studio in Italia dell’Asia centrale e del Caucaso (ASIAC). Tra le sue pubblicazioni principali : Alla frontiera dell’impero. Gli armeni in Russia 1801-1917; L’Ararat e la gru. Studi sulla storia e la cultura degli armeni (2003); Breve storia del Caucaso (2007); Il grande paese. Studi sulla storia e la cultura russe (2012).
Il tentativo di annientamento dell’ intero popolo armeno, che aveva avuto prodromi a fine Ottocento con uccisioni e deportazioni , fu definito e messo in atto dalla Turchia con modalità scientifiche in concomitanza con lo scoppio della prima guerra mondiale. Vennero inizialmente decimati gli uomini arruolati nell'esercito, mandati in avanscoperta sui fronti caucasici di guerra . Poi fu sterminata l'elite intellettuale e imprenditoriale. Quindi si passò alle deportazioni di massa verso territori desertici, in cui gli armeni, ormai quasi solo vecchi donne e bambini, vennero lasciati morire di fame e di sete, non prima di aver subito angherie di ogni genere lungo il percorso. Crudeltà spaventose, inflitte senza distinzione di età e genere. 
Nella vicenda tragica del genocidio armeno ciò che colpisce non è solo l’entità dei morti ( circa un milione e mezzo), ma l’ostinazione con la quale il governo turco rifiuta di parlarne. Molti intellettuali e letterati per aver trattato in Turchia del genocidio degli Armeni hanno dovuto subire processi, sono stati condannati, alcuni sono stati costretti l’esilio. Lo stesso Pahmuk, premio Nobel per la letteratura, ha avuto problemi per questo motivo. Se l’Europa intende accettare la Turchia, deve costringere quest’ultima a farsi un esame di coscienza e ad assumersi, di fronte alla comunità internazionale, le sue responsabilità.
Il Genocidio del popolo armeno è stato riconosciuto ufficialmente da 21 Stati tra cui la Russia. Anche 43 Stati americani su 50 chiedono il ristabilimento della giustizia storica.
Tra le organizzazioni internazionali che riconoscono il genocidio c’è la Commissione ONU per i crimini di guerra, il Parlamento Europeo e il Consiglio ecumenico delle Chiese.
Infine Papa Francesco, messa da parte la prudenza diplomatica, ha dichiarato che senza dubbio “quellodegli armeni è stato il primo genocidio del XX secolo” e il Cardinale Poli ha annunciato che il 12 aprile 2015 in San Pietro il Papa celebrerà una Messa in occasione del centenario del genocidio armeno.