Dicono di noi: da "La REPUBBLICA" 27-07-2013



Luciano Berio Rude e generoso il compositore segnò la musica contemporanea

OggI, a Imperia, in piazzetta dell' Olmo, alle 21, Giorgio Pestelli, uno dei maggiori musicologi italiani, ricostruirà, nel decennale della morte, il profilo biografico ed intellettuale di Luciano Berio. Anche la città natale così, grazie all' intraprendenza di Apertamente, una libera associazione locale, non dimentica il grande compositore, le cui musiche verranno suonate e spiegate, il 20 agosto, da due giovani talenti della musica e della ricerca musicale italiana, Alfonso Alberti e Antonio Rostagno, mentre il 13 settembre si documenterà e spiegherà lo straordinario lavoro radiotelevisivo compiuto da Berio negli anni cinquanta-sessanta. Berio era tanto un artista quanto un animatore instancabile di arte e passioni, cercate e coltivate ovunque, dalla modernità più spinta alla più remota classicità, dalla tecnologia più avanzata (la musica elettronica) all' etnologia (le musiche popolari). Anche la sua vita manifesta questa ubiquità: ha abitato e lavorato a Milano, in Francia, negli Stati Uniti, in Toscana,a Roma; si è sposato con un' armena (la celebre Cathy Berberian), una vietnamita, una israeliana; ha insegnato, composto, diretto, promosso iniziative ovunque. Berio è l' immagine del ligure, cittadino del mondo e tuttavia caparbiamente legato alla sua terra. Un uomo troppo più grande della piccola provincia in cui era nato, ma cocciutamente determinato ad amarla e a infonderle vivacità culturale e passione artistica. Tra i suoi amici e interlocutori principali, ci sono stati non a caso tre liguri sommi, come il suo vicino di casa (era di Sanremo) Italo Calvino, il genovese Edoardo Sanguinetie Renzo Piano, che inaugurò il suo Auditorium della musica a Roma proprio quando Luciano era presidente dell' Accademia di Santa Cecilia che lo aveva commissionato. Quest' uomo franco e a volte rude, impaziente e generoso, colto e ingenuo, ha segnato la storia della musica contemporanea, ha provato a congiungere l' avanguardia dell' elettronica con la tradizione delle musiche popolari, ha unito composizione musicale e riflessione teorica, musica e parole. Nella sua casa di Oneglia aveva fatto l' ultimo sogno impossibile, incurante delle difficoltà pratiche, della sempre problematica condizione dei profeti in patria: voleva aiutare i giovani compositori, fornendo loro un luogo di studio che avrebbero pagato eseguendo per la città le loro musiche. La musica di Berio non è facile, anche se non vi mancano oasi di pura, godibilissima bellezza. Ci sono in essa determinazione nella ricerca di sonorità inedite, sondaggi spericolati delle possibilità espressive di strumenti e voci che spesso richiedono un ascoltatore più preparato e consapevole della media. Ma, se si ha la pazienza di seguirla e si accetta la scommessa di un' arte che esige il commento, allora si resta sbalorditi dall' ampiezza e dalla profondità del lavoro musicale di Berio, in cui convivono passione civile ed entusiasmo intellettuale, amore per l' arte e ammirazione per la tecnica, come in tanti grandi artisti del passato.
VITTORIO COLETTI