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Incontro interessantissimo con autori dall'indubbia competenza e capacità di esporre con precisione, chiarezza e misura argomenti anche delicati e scabrosi. Un'ora e mezza passata in un soffio.
Anche in uno Stato di diritto, l’apparato di coercizione
che può essere dispiegato contro i cittadini è imponente. Nell’esercizio di un
simile potere, le autorità devono autodisciplinarsi per non oltrepassare il
limite della legittimità, pena il rischio di trasformare la coercizione in
violenza. Il libro” Violenza e democrazia” presentato da Adriano Zamperini e
Marialuisa Menegatto analizza questo crinale scosceso portando il lettore in
una stanza di tortura, mettendolo di fronte agli abusi delle forze di polizia,
invitandolo nei reparti psichiatrici che praticano la contenzione meccanica, e
infine chiamandolo a misurarsi con i costi umani generati dal neoliberismo. Un
percorso assistito dalla convinzione che i contributi offerti dalla psicologia
sociale aiutano a comprendere e gestire i conflitti tra libertà e coercizione
in democrazia
Relatori
Adriano Zamperini è professore di Psicologia della
violenza, di Psicologia del disagio sociale e di Relazioni interpersonali
all’Università di Padova. Presso la medesima Università è Direttore del Centro
Interdipartimentale di Ricerca per gli Studi Interculturali e sulle Migrazioni
(CIRSIM). Tra i suoi ultimi libri: L’indifferenza (2007), L’ostracismo (2010),
La bestia dentro di noi. Smascherare l’aggressività (2014).
Marialuisa Menegatto è psicologa clinica e di comunità,
psicoterapeuta, borsista di ricerca presso l’Università di Padova e dottoranda
presso l'Università di Verona. I suoi interessi di ricerca sono rivolti a forme
di esclusione sociale e violenza, conflitti sociali e pratiche di
riconciliazione. Svolge attività di didattica di supporto all'Università di
Padova in psicologia della violenza e del disagio sociale. Tra le sue recenti
pubblicazioni: Cittadinanza ferita e trauma psicopolitico; La società degli
indifferenti; Memoria viva.