Lettera inviata da ApertaMente al Sindaco di Imperia sulla chiusura della Biblioteca
Al Sindaco di Imperia Carlo Capacci
p.c. All’Assessore alla Cultura Nicola Podestà
Al Presidente del
Consiglio Comunale
Al Direttore della Biblioteca “Leonardo
Lagorio"
Agli organi di stampa
L’Associazione culturale
ApertaMente di Imperia, che da anni è attiva sul territorio e che con le
proprie iniziative tende a mantenere vive l’attenzione e le coscienze degli
imperiesi su temi culturali e sociali di interesse generale, vuole manifestare
il proprio forte rammarico per la chiusura della Biblioteca civica “Leonardo
Lagorio “.
Fin dalla sua nascita la
nostra Associazione ha collaborato varie volte con la Biblioteca di Imperia,
organizzando nei suoi spazi incontri, gruppi di lettura per ragazzi, dibattiti,
mostre.
Usufruiamo dei servizi della
biblioteca anche individualmente, come tantissimi altri cittadini imperiesi,
poiché in quegli spazi, ed ormai ad Imperia purtroppo solo in quegli spazi, lo
spirito e la mente trovano alimento e si possono sviluppare forme di
socializzazione.
La chiusura della Biblioteca è
l’ultimo atto che si aggiunge a tutta una serie di ben note “sofferenze” di cui
Imperia è vittima da anni. In tal modo la nostra città perde l’ultimo baluardo
di cultura, quella cultura che deve ispirare e nutrire anche una sana politica
amministrativa tesa al benessere complessivo dei suoi cittadini.
Nella classifica sulla qualità
della vita tradizionalmente stilata nel 2017 dal quotidiano Sole 24 Ore con lo
scopo di analizzare la vivibilità delle varie province italiane, Imperia si è
situata al 65° posto su 110, guadagnando appena una posizione rispetto al 2016:
vogliamo che il prossimo anno il risultato sia ancora più disastroso??
Rimaniamo in attesa di una
ufficiale e sollecita risposta.
Imperia 10 Aprile 2017
Il Direttivo di ApertaMente
e-mail apertamenteimperia@gmail.com
Incontro : Nelle mani del potere
I
Incontro interessantissimo con autori dall'indubbia competenza e capacità di esporre con precisione, chiarezza e misura argomenti anche delicati e scabrosi. Un'ora e mezza passata in un soffio.
Anche in uno Stato di diritto, l’apparato di coercizione
che può essere dispiegato contro i cittadini è imponente. Nell’esercizio di un
simile potere, le autorità devono autodisciplinarsi per non oltrepassare il
limite della legittimità, pena il rischio di trasformare la coercizione in
violenza. Il libro” Violenza e democrazia” presentato da Adriano Zamperini e
Marialuisa Menegatto analizza questo crinale scosceso portando il lettore in
una stanza di tortura, mettendolo di fronte agli abusi delle forze di polizia,
invitandolo nei reparti psichiatrici che praticano la contenzione meccanica, e
infine chiamandolo a misurarsi con i costi umani generati dal neoliberismo. Un
percorso assistito dalla convinzione che i contributi offerti dalla psicologia
sociale aiutano a comprendere e gestire i conflitti tra libertà e coercizione
in democrazia
Relatori
Adriano Zamperini è professore di Psicologia della
violenza, di Psicologia del disagio sociale e di Relazioni interpersonali
all’Università di Padova. Presso la medesima Università è Direttore del Centro
Interdipartimentale di Ricerca per gli Studi Interculturali e sulle Migrazioni
(CIRSIM). Tra i suoi ultimi libri: L’indifferenza (2007), L’ostracismo (2010),
La bestia dentro di noi. Smascherare l’aggressività (2014).
Marialuisa Menegatto è psicologa clinica e di comunità,
psicoterapeuta, borsista di ricerca presso l’Università di Padova e dottoranda
presso l'Università di Verona. I suoi interessi di ricerca sono rivolti a forme
di esclusione sociale e violenza, conflitti sociali e pratiche di
riconciliazione. Svolge attività di didattica di supporto all'Università di
Padova in psicologia della violenza e del disagio sociale. Tra le sue recenti
pubblicazioni: Cittadinanza ferita e trauma psicopolitico; La società degli
indifferenti; Memoria viva.
NELLE MANI DEL POTERE
Anche in uno Stato di
diritto, l’apparato di coercizione che può essere dispiegato contro i cittadini
è imponente. Nell’esercizio di un simile potere, le autorità devono
autodisciplinarsi per non oltrepassare il limite della legittimità, pena il
rischio di trasformare la coercizione in violenza. Il libro” Violenza e
democrazia” presentato da Adriano Zamperini e Marialuisa Menegatto analizza
questo crinale scosceso portando il lettore in una stanza di tortura,
mettendolo di fronte agli abusi delle forze di polizia, invitandolo nei reparti
psichiatrici che praticano la contenzione meccanica, e infine chiamandolo a
misurarsi con i costi umani generati dal neoliberismo. Un percorso assistito
dalla convinzione che i contributi offerti dalla psicologia sociale aiutano a
comprendere e gestire i conflitti tra libertà e coercizione in democrazia
Relatori
Adriano Zamperini è professore di Psicologia della
violenza, di Psicologia del disagio sociale e di Relazioni interpersonali all’Università
di Padova. Presso la medesima Università è Direttore del Centro
Interdipartimentale di Ricerca per gli Studi Interculturali e sulle Migrazioni
(CIRSIM). Tra i suoi ultimi libri: L’indifferenza (2007), L’ostracismo (2010),
La bestia dentro di noi. Smascherare l’aggressività (2014).
Marialuisa Menegatto è psicologa clinica e di comunità, psicoterapeuta, borsista di ricerca presso l’Università di Padova e dottoranda presso l'Università di Verona. I suoi interessi di ricerca sono rivolti a forme di esclusione sociale e violenza, conflitti sociali e pratiche di riconciliazione. Svolge attività di didattica di supporto all'Università di Padova in psicologia della violenza e del disagio sociale. Tra le sue recenti pubblicazioni: Cittadinanza ferita e trauma psicopolitico; La società degli indifferenti; Memoria viva.
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