Venerdì 28dicembre 2012 alle ore 18, alla presenza di un folto pubblico, presso la Biblioteca Civica di Piazza De Amicis si è svolto a Imperia l’ incontro, con Rosella Postorino che ha presentato il suo libro "Il mare in salita- Da Sanremo a Dolcedo passando per i bricchi".
Rosella Postorino è nata nel 1978 a Reggio Calabria, è cresciuta a San
Lorenzo al Mare (IM) e vive a Roma, dove ha lavorato per diverse case editrici.
Da aprile 2007 è editor junior della narrativa italiana di Einaudi Stile
libero. Ha esordito nel 2004 con il racconto “In una capsula”, incluso
nell’antologia Ragazze che dovresti
conoscere (Einaudi Stile libero, 2004). Il suo romanzo La stanza di sopra (Neri Pozza Bloom,
2007) è entrato nella rosa dei 13 finalisti del Premio Strega e ha vinto il
Premio Rapallo Carige Opera Prima e il Premio Città di Santa Marinella sezione
Narrativa. "Un romanzo d’esordio che incide la
carne" lo definì Filippo La Porta” Nel 2009 è uscito per Einaudi
Stile libero il romanzo, L’estate che perdemmo Dio, che ha riscosso un buon successo
di critica e di pubblico.
Quella di Rosella Postorino è una scrittura originalissima e
diretta, segnalata da critici e scrittori attenti ai nuovi talenti, premiata
dal successo di pubblico e da riconoscimenti importanti.
Il Mare in salita non è certamente un libro di itinerari
ma è la mappa geografica di formazione dell’autrice con la quale disegnare,
attraverso la lente di ingrandimento dei suoi sentimenti, dei suoi ricordi e
delle sue esperienze, un territorio già per sua natura cangiante e multiforme.
Rosella Postorino ha offerto questa sua
mappa come chiave di lettura del mondo ponentino, che si è proposta di attraversare
"in salita", a passo spedito, seguendo un percorso discontinuo e
zigzagante che dilata il tempo e lo spazio: dal mare all’entroterra, dal centro
alla periferia, attraverso un racconto di luoghi, memorie storiche, avvenimenti
contemporanei, e vissuto personale.
E così facendo è riuscita a restituirci un’immagine del Ponente ligure forse
tra le più vere mai descritte, così lontana dagli stereotipi patinati con i
quali viene ancora presentata la Riviera dei fiori. Perché forse solo passando
per i bricchi di questa Liguria appartata può essere colto lo spirito
verticale del Ponente ligure che è il fascino più duraturo e intimo della
nostra terra
Ha spiegato Rosella Postorino
che tra i suoi obiettivi c'era quello di
«evitare il pittoresco,» «il libro è diventato quasi un'educazione
sentimentale, la storia mia, dei miei amici, del mio amore, dei miei genitori.
Ma volevo raccontare il Ponente Ligure, conosciuto solo per il Festival di
Sanremo o come il mare dei piemontesi, anche da una prospettiva diversa: quella
di campione dei problemi dell'Italia».
Come scrive su La Repubblica Raffaella De Santis ne Il mare in salita “ i paesini della Riviera ligure sono cascate di case a picco sul mare, immobili sotto il sole estivo. Rosella Postorino non scrive però un libro di viaggio, ma costruisce un itinerario dell' anima, in cui ad ogni luogo corrisponde un ricordo. Così il solo nominare borghi come Dolceacqua, Pietrabruna, San Lorenzo, Taggia, Moltedo, Cipressa, Lingueglietta (nomi già di per sé evocativi), si trascina dietro una serie di memorie private legate al passato: i bagni al mare alla fine della scuola, con i tuffi a bomba e i panini azzannati dopo essere rimasti ore e ore in acqua, la Rotonda dove si andava a pomiciare, le sagre e le feste estive, la corriera, il luna park quasi abbandonato. Nel libro ci sono anche discariche e ciminiere, ma il filtro della memoria le addolcisce e le trasfigura. Si tratta di ricordi piccoli, spensierati, che hanno però il sapore dell' autenticità. Un poeta ligure, Giorgio Caproni, diceva che per riuscire a scrivere dei propri luoghi d' origine bisogna allontanarsene. La Riviera guardata con gli occhi di chi l' ha lasciata sembra più quotidiana e più vera”.
Come scrive su La Repubblica Raffaella De Santis ne Il mare in salita “ i paesini della Riviera ligure sono cascate di case a picco sul mare, immobili sotto il sole estivo. Rosella Postorino non scrive però un libro di viaggio, ma costruisce un itinerario dell' anima, in cui ad ogni luogo corrisponde un ricordo. Così il solo nominare borghi come Dolceacqua, Pietrabruna, San Lorenzo, Taggia, Moltedo, Cipressa, Lingueglietta (nomi già di per sé evocativi), si trascina dietro una serie di memorie private legate al passato: i bagni al mare alla fine della scuola, con i tuffi a bomba e i panini azzannati dopo essere rimasti ore e ore in acqua, la Rotonda dove si andava a pomiciare, le sagre e le feste estive, la corriera, il luna park quasi abbandonato. Nel libro ci sono anche discariche e ciminiere, ma il filtro della memoria le addolcisce e le trasfigura. Si tratta di ricordi piccoli, spensierati, che hanno però il sapore dell' autenticità. Un poeta ligure, Giorgio Caproni, diceva che per riuscire a scrivere dei propri luoghi d' origine bisogna allontanarsene. La Riviera guardata con gli occhi di chi l' ha lasciata sembra più quotidiana e più vera”.