“La
Liguria sta coprendosi di quasi tre milioni di metri cubi di
cemento e se non c’è più posto a terra, si prova sul mare, costruendo nuovi
porti per decine di migliaia di posti barca. Non mancano neppure i grattacieli,
opera di architetti prestigiosi che hanno messo da parte qualsiasi scrupolo
paesaggistico.” “Politici locali e nazionali, di destra e di sinistra,
imprenditori, alti prelati, banchieri, siedono contemporaneamente in più
consigli di amministrazione e si spartiscono cariche pubbliche, concorsi,
appalti, finanziamenti”
Nel
libro-denuncia dei due coraggiosi e attenti giornalisti c’è posto anche per un
indagine sul porto di Imperia la cui costruzione è iniziata nel 2006 alla
presenza di Claudio Scajola e Claudio Burlando. Sarà il più grande porto
turistico del Mediterraneo e avrà 1440 posti barca; ma ai lunghi moli che già
stanno invadendo il piccolo golfo imperiese si aggiungeranno 112 appartamenti,
negozi, attività artigianali in “armonia” con gli altri 80.000 metri cubi
di case, multisale cinematografiche, uffici, alberghi, e posti auto che a
ponente, nell’area ex ferriere, futura “Porta del Mare”, saranno edificati
dalla ditta Colussi.
La grande
riqualificazione della vasta area fronte mare, lasciata per decenni in stato di
degrado e abbandono, si rivelerà una grande colata di cemento appena
ingentilita dal parco urbano, aperto alla cittadinanza in questi giorni,
accanto al quale funzionerà, finalmente, un utile depuratore, il secondo o
terzo(?) costruito in zona.
L’inchiesta
attenta dei due giornalisti svela quale “ragnatela di interessi e di potere” si
nasconda dietro la cementificazione delle coste, senza rispetto per la natura e
il paesaggio di Liguria che, come dice Marco Travaglio nella prefazione, “un
tempo attirava uomini di cultura da tutto il mondo, da Marguerite Duras a
Ernest Hemingway, e oggi calamita palazzinari e professionisti del brutto”.
Sollecitiamo
tutta la cittadinanza a partecipare all’incontro al quale sono stati invitati
alcuni rappresentanti dei partiti locali.