Venerdì 28 aprile 2005 alle ore 21, presso la Sala Varaldo della Camera di Commercio, Viale Matteotti 48, Imperia, l’Associazione Culturale ApertaMente, in collaborazione con CE.S.P.IM. e A.L.FA.P.P. (Associazione Ligure Pazienti Psichiatrici, Prov di Imperia) organizza
“Cinema, teatro, prove di salute mentale”
GIOVANNI SCIOLE’, Psichiatra-Dipartimento Salute Mentale A.S.L. 1 “Imperiese”
ANGELO GUARNIERI, Psichiatra-Dipartimento Salute Mentale A.S.L. 3 “Genovese”
Venerdì 28
aprile 2005 alle ore 21, presso la Sala Varaldo della Camera di Commercio, Viale
Matteotti 48, Imperia, l’Associazione Culturale ApertaMente, in collaborazione
con CE.S.P.IM. e A.L.FA.P.P. (Associazione Ligure Pazienti Psichiatrici, Prov
di Imperia) organizza
“Cinema,
teatro, prove di salute mentale”
GIOVANNI
SCIOLE’, Psichiatra-Dipartimento Salute Mentale A.S.L. 1 “Imperiese”
ANGELO
GUARNIERI, Psichiatra-Dipartimento Salute Mentale A.S.L. 3 “Genovese”
MAURIZIO
CRISTOFANINI, Psichiatra-Dipartimento Salute Mentale A.S.L. 3 Genovese”
Presentano
il film “PRATOZANINO” Di G.
Laveri
e il libro
a cura di
ENRICO RATTO
Il film e
il libro sono il risultato e la testimonianza dell’esperienza di collaborazione
iniziata nel 1999 da un gruppo di volontari, “Il giardini del mago”, e i
pazienti e gli operatori di quello che fino all’anno precedente era il
Manicomio di Cogoleto.
Il film,
girato negli spazi dell’Ex Ospedale e recitato da pazienti e attori volontari,
racconta la breve indagine condotta da un commissario di polizia sulla morte di
un musicista che viveva isolato e incompreso nel piccolo e chiuso paese di
Pratozanino e prende spunto da “Un anno con tredici lune” di R.W.Fassbinder.
Con
Giovanni Sciolè, Angelo Guarnieri e Maurizio Cristofanini, psichiatri delle
A.S.L. 1 “Imperiese” e 3 “Genovese” parleremo di questa importante esperienza
di integrazione dei pazienti psichiatrici e della tanto discussa (e mai
pienamente realizzata) legge 180.
In questi
giorni in cui si ricordano gli insegnamenti della Resistenza è ancora più
importante mostrarsi capaci di integrazione e ascolto nei confronti di quelle
che restano ancora oggi delle “minoranze” dimenticate e spesso escluse della
nostra società.
Il valore
estetico del film sta proprio nella realizzazione significativa di un incontro,
non solo di quello tra i “normali”, volontari e terapeuti e i “pazienti”, che
non sempre si riescono a distinguere all’interno del cast degli attori, ma
anche di un altro importante ritrovarsi, quello tra il gruppo che ha realizzato
il lavoro e chi saprà ritagliare un piccolo intervallo nel proprio efficiente e
spietato tempo “normale” per ascoltare, vedere e condividere questa esperienza.